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Editoriali

La crescita economica NON porta benessere

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Il senso della vita: direzione e significato (una ipotesi)

Estratto dallo spettacolo "Ribelli sotto le Stelle" ad Arma di Taggia nel giugno 2016

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1% Vs 99%: chi vince?

1% Vs 99%: chi vince?

I dati sulla disuguaglianza sono impietosi. Ma il ragionamento non si porta mai fino in fondo.

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Scec: la moneta complementare. Una rivoluzione già in atto

Scec: la moneta complementare. Una rivoluzione già in atto

Una moneta che non è merce.

Ma strumento sociale e comunitario.

Con possibilità ancora inesplorate (...)

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Chi è "ilRibelle"?

Chi è "ilRibelle"?

Il Ribelle è un disadattato, e un disturbato. È una persona che "dice no". Ma è molto altro, per fortuna. Ed è il resto a renderlo indispensabile, oggi. (...)

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Fondo Salva Stati? La menzogna spiegata in 8 minuti.

Fondo Salva Stati? La menzogna spiegata in 8 minuti.

Lo scrivevamo dal 2012. Lo spiegavamo in giro dal 2014. Come in questo video, ad Arma di Taggia. E ci davano dei complottisti. Naturalmente...

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Informazione indipendente censurata. Che fare?

Informazione indipendente censurata. Che fare?

Il caso di Claudio Messora e di Byoblu apre, anche in Italia, degli scenari senza precedenti. Occorre reagire.

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La fine degli Indiani d'America. L'altra memoria

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Affaire Messora-AdSense: cosa gravissima. E fortemente indicativa

Affaire Messora-AdSense: cosa gravissima. E fortemente indicativa

L'accaduto è qui, ben descritto da Claudio Messora stesso. Inutile aggiungere altro sull'accaduto, che è molto chiaro. In barba a tutti quelli che mi hanno dato addosso mesi addietro quando pubblicai un paio di video relativi a internet, libertà, nuovi doganieri e filtri.

Il piatto è servito, adesso. (...)

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Gli Usa di Trump, la Ue di chissà chi. E l'Italia?

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Chi combatte contro il MES?

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M5S e ALDE: fine dei dubbi su Euro ed Europeismo

Sulla vicenda - che lascia esterrefatti - della votazione indetta da Grillo sul suo sito e in merito all’adesione all’ALDE, è presto per dire cose definitive.  Ma quello che c’è, di certo, cioè di documenti, è più che sufficiente per poter prendere posizione (per carità, ognuno prenda quella che crede).

Allora l’Agi pubblica il documento dell’accordo tra ALDE e MoVimento 5 Stelle.

I punti cardine - quelli sui quali esorto a riflettere - riguardano la posizione europeista e quella relativa all’Euro.

Ecco il testo tradotto in Italiano. Suggerimento: occhio al punto 2. Altro suggerimento (poi mi taccio e ognuno pensi quello che gli fa più comodo): basta biberon. Pure se fa male, meglio una brutta verità che una bella bugia.

E l’ultimo che rimane tiri lo sciacquone, per favore.

 

Ecco il testo (tradotto in italiano) dell'accordo:

"Alde e M5s condividono i valori essenziali di libertà, eguaglianza e trasparenza. Entrambi vedono nell'individuo la struttura centrale della società, mentre promuovono un'economia aperta, la solidarietà e la coesione sociale come condizioni essenziali affinché chiunque possa esprimere appieno le proprie potenzialità. Entrambi vogliono rafforzare l'influenza del cittadino sulle decisioni che ne determinano la vita, anche attraverso il meccanismo della democrazia diretta e spingendo tutti alla partecipazione ed all'impegno politico. Ancor più importante è l'essere entrambi forze riformiste che intendono cambiare radicalmente il modo in cui l'Unione Europea oggi si trova ad operare. Ci battiamo per un cambiamento generale e basilare, perché oggi l'Unione Europea è incapace di garantire i risultati che da essa si attendono i suoi cittadini in termini di prosperità e protezione. Ciò alimenta la sfiducia e la disillusione invece di costruire la fiducia e l'impegno. Troppi nostri concittadini considerano l'Unione Europea parte del problema e come indirettamente responsabile della globalizzazione, percepita a sua volta come beneficio per soli pochi. In realtà dovrebbe essere l'opposto. Crediamo che solo l'Unione Europea abbia un peso sufficiente per utilizzare al meglio la globalizzazione come forza positiva che garantisca l'equa distribuzione dei benefici. L'Unione Europea deve porsi come contrappeso democratico alle forze dell'economia globalizzata. Quindi chiediamo che siano varate riforme in queste aree fondamentali".
1. Rinnovamento della democrazia europea
Alde e M5S vogliono che si realizzi un'Unione più democratica e trasparente. Entrambi desiderano una Commissione Europea più piccola e efficiente, un Consiglio Europeo riformato ed un Parlamento Europeo più forte e posto sullo stesso livello del Consiglio. Entrambi ritengono che parte degli europarlamentari debbano essere eletti su base transnazionale, in quello che sarebbe un importante passo in direzione di una reale democrazia europea. Vogliamo anche la fine della inefficiente "grande coalizione" che troppo a lungo ha monopolizzato il potere e paralizzato l'Europa. La strada da seguire è quella dell'aumento del coinvolgimento diretto dei cittadini nei processi democratici e nell'aumento della trasparenza, rendendo pubblici per legge tutti i documenti e usando un linguaggio chiaro per comunicare in ogni tipo di legislazione così come nelle intese internazionali e negli accordi commerciali. C'è il bisogno di rendere le istituzioni più trasparenti e responsabili, e di dare ai cittadini una maggiore influenza diretta sulle linee politiche e sulla scelta della leadership politica, tanto nella cabina elettorale quanto per quanto riguarda gli altri mezzi di compartecipazione alla politica.
2. Riforma dell'Eurozona
Nel corso dell'ultimo decennio la nostra divisa unica ha dimostrato di essere stabile e duttile di fronte a shock di natura esterna, ma non allo scopo di rafforzare la nostra economia e di raggiungere la convergenza tra le economie nazionali. L'euro non ha mantenuto le promesse, ed è il momento di ovviare ad alcuni dei suoi innegabili difetti. C'è bisogno di costruire attorno alla divisa unica un sistema che possa assorbire gli shock economici interni all'eurozona, e questo richiede una nuova governance che deve essere incastonata in strutture trasparenti e democratiche. C'è anche bisogno di una revisione riguardo il modo in cui i bilanci nazionali sono monitorati, e di introdurre un nuovo codice di convergenza che sia incentrato su riforme significative e assicuri la centralità del sostegno finanziario ai servizi pubblici, invece di intervenire parzialmente sulle cifre dei bilanci.
3. Diritti e libertà
L'Unione Europea è prima di ogni altra cosa e soprattutto una comunità di valori. C'è bisogno di farne un avvocato globale delle libertà civili, dei diritti fondamentali e dello stato di diritto. L'Unione Europea ha il dovere di essere garante che i principi e i valori basilari contemplati nei Trattati Europei siano rispettati ovunque sul proprio territorio. Fiducia reciproca e valori condivisi sono la chiave delle politiche europee nei campi della cooperazione giudiziaria, delle politiche di asilo e di accoglienza dei profughi, dell'agenda digitale, dell'energia e della gestione comune dei confini esterni.
4. Opportunità senza confini
Ugualmente l'Europa dovra' essere in grado di assicurare le nostre libertà con una maggiore protezione del mercato comune. Questo richiede un'ampia strategia che spazi dall'affrontare il dumping ai danni del mercato europeo all'eliminazione degli ostacoli al libero movimento dei privati cittadini. Il mercato unico deve essere il motore portante della promozione dei talenti, dell'innovazione, delle start-up, delle piccole e medie imprese cosi' come delle multinazionali. Al tempo stesso un mercato unico senza confini interni richiede chiaramente che le questioni della solidarietà e della coesione sociale debbano esere affrontate come prioritarie".

 

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Mps: 333 euro a testa (più interessi in comode rate: fine pena, mai) e passa la paura

Mps: 333 euro a testa (più interessi in comode rate: fine pena, mai) e passa la paura

Lo Stato salva MPS emettendo 20 miliardi di debito. Debito nostro. Di ognuno di noi in quota parte.

Ora, il punto non è nelle (supposte) conseguenze che potrebbero arrivare dalla Ue per il salvataggio statale. E non è neanche nel fatto che si stia salvando una Banca che ha fatto carne di porco grazie all’appoggio di politica (Pd) e lobby. E non è neanche nel fatto che si stia salvando una azienda privata che, come ogni azienda privata nelle medesime condizioni, è giusto fallisca sul peso dei propri errori. (...)

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Mettono Gentiloni? E allora tocca di nuovo al popolo reagire

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La coltellata di Massimo Fini

Sul sito di Massimo Fini è apparso questo testo, a sua firma:

Avvertenza per i miei lettori. Circola un libro, Editoriali Ribelli, a mia firma, ma che non è mio. Sono miei pezzi raccolti senza la mia autorizzazione, che non ho potuto controllare come non ho potuto controllare il titolo né la copertina. Risulta editato da SapinsBook.com-Maxangelo. Tutti i miei libri che non sono pubblicati da Marsilio, da Chiarelettere o, in passato, da Mondadori non sono miei ma azioni di pirateria editoriale che sono rese possibili dalla confusione che regna nel settore ma che sono illegali. E quindi passibili di querela per il risarcimento dei danni materiali e morali. Massimo Fini

Il libro è Editoriali Ribelli, che abbiamo pubblicato dopo l’Estate, e che è la raccolta degli editoriali che Massimo ci ha inviato espressamente per la rivista La Voce del Ribelle, e che solo lì fino a ora sono stati pubblicati, dal 2008 al 2011.

Vado subito al sodo: una liberatoria o un accordo scritto nel quale Massimo Fini dà a me il permesso di ripubblicare quegli editoriali già scritti per noi a suo tempo non esiste. Esiste(va) solo un accordo verbale. Esistono inoltre delle email che ci siamo scambiati in cui ci siamo chiariti - almeno così credevo e c’era scritto - su tutto quanto avvenuto. Ma un accordo scritto nel senso classico del termine, così come non c’era ai tempi della rivista in cui quegli editoriali sono stati pubblicati anni fa, non c’è.

Dopo aver ricevuto una telefonata rabbiosa, da parte sua, alcuni mesi addietro, sembrava ci fossimo chiariti. Massimo mi ha detto, in quella circostanza, che ultimamente era molto irritato, perché c’è gente su internet che gli ruba contenuti in ogni dove, e che dunque dovevo scusarlo se se la era presa proprio con me per questa cosa del libro. Testuali parole: «Che vuoi farci, gli amici alla fine pagano per colpe che non sono loro». Aggiungendo: «Spero tanto che un giorno riusciremo ad andare in vacanza assieme in Corsica». Come dire - supponevo io - tutto chiarito.

Ma anche via email, in seguito, gli ho chiesto più volte se preferiva che quel libro fosse tolto dalla circolazione (sul serio non potevo tollerare ci fosse in circolazione un libro con i suoi articoli, se lui non voleva ci fosse, figuriamoci se a pubblicarlo ero stato proprio io!). Massimo mi ha ripetutamente detto di no, di lasciare le cose così, visto che la diffusione sarebbe stata giocoforza limitatissima ai soli nostri lettori più affezionati. E io così ho fatto. Sino a ora. Altra cosa data per scontata sulla fiducia. Altro errore. Perché poi, ancora mesi dopo, cioè oggi, Massimo è tornato sull’accaduto con una violenza che si riserva solo ai nemici. Tra i quali, pare, adesso ci sono anche io.

Quando a suo tempo gli ho chiesto il permesso di ripubblicare quegli editoriali per i lettori della nostra rivista, in una raccolta unica oltre che su ogni numero de La Voce del Ribelle che ormai è passato alla storia, ero al pub, con Ferdinando Menconi, che ha ascoltato divertito tutta la telefonata. E io mi sono fidato della sua parola. Come mille e mille e mille altre volte in cui abbiamo preso delle decisioni al telefono, visto che lui vive a Milano e io a Roma. Mille altre volte, Fini parlava e indicava, e a me bastava. Da quando siamo andati in giro a braccetto per mezza Italia a presentare La Voce del Ribelle a quando ci ha inviato, via posta, un pacco grosso così di ritagli di giornale di tutti i suoi editoriali di decenni da ribattere al computer per fare finalmente un archivio digitale di cui era sino ad allora privo. 

Fu divertente, la cosa, anche se un po’ lunga e stancante. La dico tutta: pagammo - noi - una persona per fare l’operazione, Sara Santolini. Che all’epoca digitò al computer tutti i suoi editoriali uno a uno - centinaia - per poi dettarglieli al telefono, farseli correggere di nuovo, e quindi renderli disponibili per l’archivio on-line (archivio che adesso fa bella mostra di sé anche sul sito stesso di Fini e che poi negli ultimi anni è stato portato avanti da altre persone).

Procedura avvenuta, allo stesso identico modo, proprio per tutti quegli editoriali che a suo tempo (dal 2008 al 2011) abbiamo pubblicato sulla rivista e che sono stati raccolti ora in questa circostanza. Ce li inviava via fax, li battevamo, a lui venivano inviate le bozze del mensile, via posta, ci dava l’ok su tutto il numero in uscita, e li pubblicavamo. Anche lì, sulla fiducia, al telefono, e senza alcun accordo scritto.

Ma operazioni del genere avvenivano di continuo. Spesso Massimo mi telefonava, quando in cronaca succedeva qualcosa di veramente urgente e lui desiderava pubblicare immediatamente, ancora prima di scriverci un articolo per un giornale, un commento su internet. Me lo dettava al telefono, io lo scrivevo, glielo rileggevo, e lo pubblicavo. A sua firma, ovviamente. 

Ma insomma la cosa è chiara, sulla fiducia non c’era alcun dubbio. E invece.

Poi questa storia del libro. E la coltellata che forse avete letto sul suo sito. Sito, il suo, sul quale ancora adesso c’è un banner con un link che rimanda direttamente al sito de La Voce del Ribelle (e che ovviamente non ho messo io). Per dirne solo una.

Ora, è comprensibile - forse - che Fini non rammenti nulla di nulla di quanto ci siamo detti in quella circostanza al telefono, anche se prima d’ora non era mai accaduto. Mi metto nei suoi panni e lo capisco. Ciò che è intollerabile, per me, è che lui abbia anche solo pensato per un momento che io possa avergli fatto una porcata del genere. E che ne sia convinto ancora oggi, evidentemente, dopo che ci eravamo già chiariti. Tanto da farlo parlare addirittura di pirateria editoriale. Cosa che ha lasciato di stucco tutti quanti hanno collaborato con me nel corso degli anni e mi hanno conosciuto personalmente.

La “confusione che regna nel settore”, come ha scritto Massimo in quell’annuncio, è vera, ma proprio per questo occorre separare il grano dal loglio. La bandiera sulla nostra piccola scialuppa non è quella dei pirati. E i nemici cui dare coltellate sono ben altri.

A questo punto un dubbio regna sovrano. Ma io e Fini, combattiamo ancora sulla stessa barricata, contro gli stessi nemici, oppure no?

Valerio Lo Monaco

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#dopoReferendum: e ora? (Occhio ai pericoli dietro l'angolo)

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22.5 Gradi Centigradi di ritorno all’origine

22.5 Gradi Centigradi di ritorno all’origine

Un oggetto prodigioso. Completamente meccanico. Ed efficientissimo. Con un lato termico che di termico terrestre non ha nulla a che fare, e che riporta invece al calore del nucleo.

E se lo dico io, che di queste cose figuriamoci. (...)

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L'Alto Tradimento di Carlo Azeglio Ciampi

L'Alto Tradimento di Carlo Azeglio Ciampi
Altro che commemorazioni
«Un Uomo delle Istituzioni». Ossia: 
un funzionario del Potere. Vedi il  
divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro.

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La Repubblica (il giornale) e suoi primi, disastrosi, quarant'anni

La Repubblica (il giornale) e suoi primi, disastrosi, quarant'anni

I primi quarant'anni del quotidiano La Repubblica dunque, tondi tondi il prossimo 14 gennaio. A nostro avviso non c'è molto da festeggiare. Se non, naturalmente, la longevità di un giornale in questo scenario di enormi cambiamenti nel mondo dell'editoria così come avvenuto nell’ultimo quindicennio. La data è effettivamente storica, visto che il giornale fondato da Eugenio Scalfari e diretto ininterrottamente da Ezio Mauro si appresta proprio a spegnere quaranta candeline: ciò significa, però, che qualche linea si può tirare.

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Volete sentire qualcosa di nuovo, non allineato, e utile su Donald Trump?

Volete sentire qualcosa di nuovo, non allineato, e utile su Donald Trump?

Ecco come si fa. Basta Claudio Messora, i suoi ospiti, e un sano giornalismo del tutto differente dal manistream (che non se ne può proprio più, di quei cialtroni del tubo catodico e delle rotative del secolo scorso...). (...)

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