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Il Ribelle torna in formato cartaceo

Sono molto emozionato. Come non accadeva da tempo, riguardo al mio lavoro. La rivista che ho fondato nel 2008 assieme a Massimo Fini torna dal primo novembre in edizione tradizionale, cioè cartacea, dopo che la stessa era stata disponibile solo on-line dal 2011 ai giorni nostri.

È una vittoria della caparbietà, nostra, dei suoi lettori e dei suoi editori. Ed è una possibilità consentita da nuovi metodi di stampa e distribuzione, oggi disponibili e non allora, bisogna pure ammetterlo.

I motivi che ci hanno spinto a tornare a una edizione di questo tipo sono tanti (e li spieghiamo qui). Siamo consapevoli che si tratta di un prodotto esclusivo, e che solo una élite, oggi, può apprezzare una operazione editoriale e giornalistica del genere. Per intenderci, quella élite del nostro Paese che legge, o meglio, che legge sul serio. A loro è destinata. In primo luogo a tutti quelli che seguendoci dall'inizio, e siamo quasi al giro di boa del decennio, sanno benissimo di cosa si tratti. E poi, con un filo di speranza, a tutti quelli che nel corso del tempo si sono via via accorti, e convinti, che la informazione e la formazione possibili sui social hanno veramente poco da informare e formare...

È disponibile su abbonamento, naturalmente. Ma sarà diffusa, numero per numero, anche su Amazon e in qualunque libreria la si voglia richiedere.

Anche qui, non è un esercizio inutile, anzi: la comunità che si è creata nel tempo, grazie al cielo, è cosa reale, molto reale. Molto al di là, anche, di una rivista culturale e metapolitica come La Voce del Ribelle, in edizione cartacea, è sempre stata. E continuerà a essere.

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