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Per una vita da sogno possono bastare 500 euro al mese. Intervista a Giampaolo e Basak

Per qualcuno potrebbe essere arrivato il momento di prendere il largo. Qualcuno l'ha già preso, come abbiamo testimoniato spesso proprio su queste pagine intervistando persone che hanno fatto e messo in pratica scelte di vita differenti rispetto a quelle della maggioranza delle persone.

Questa è la volta di ascoltare Giampaolo Gentili e sua moglie Basak Bartu (nata in Turchia e poi arrivata in Italia tanti anni addietro), che il largo, rispetto a una vita tradizionale, l'hanno preso sul serio.

L'intervista che vi proponiamo presenta una testimonianza ulteriore a quelle di Pierluigi e Amelia (qui) e di Riccardo McOtter (qui) i quali hanno scelto da anni di lasciare marcatamente la strada comune per andare a vivere in un camper, nel primo caso girando il mondo, nel secondo continuando a sostare nei luoghi abituali.

L'esperienza di Giampaolo e Basak invece si svolge in mareal largo, nelle rade. In barca a vela. E ci viene riportata fedelmente in questo libro: "Si può fare. Come vivere una vita da sogno con 500 euro al mese" (Nutrimenti Editore).

Non vogliamo fare un riassunto del libro, che verrebbe fuori fatalmente modesto rispetto al testo, ma qualche informazione è utile darla, anche per capire meglio il senso dell'intervista che segue. 

Sono due quarantenni, loro. Dunque non ventenni senza ancora chiaro in mente cosa fare. E non ultrasessantenni in pensione: che in questo caso, una scelta come la loro sarebbe certamente più facile. E invece no, Giampaolo e Basak sono due persone nel pieno della loro carriera lavorativa, diciamo nel mezzo del cammin. Due persone che a un certo punto decidono di disfarsi di tutto quello che hanno, sia l'appartamento nel quale vivevano sia le attività che avevano aperto e dalle quali si mantenevano sino ad allora, per mettere in opera una scelta divenuta con il tempo imprescindibile: seguire la passione per la vela, peraltro molto recente, e farla finita con una società, quella del lavora-consuma-crepa, che evidentemente gli stava molto stretta già da tempo. Da quel momento vivono in barca a vela, girando per il Mediterraneo e per l'Egeo (almeno per il momento).

Scoprono la vela per caso, come ennesimo tentativo di fuga, nei fine settimana, rispetto alla ripetizione e all'anomia di una vita passata a lavorare dalla mattina alla sera. Ma non appena mettono piede su una barca scuola capiscono che non è un passatempo come quelli che avevano praticato sino ad allora, nel poco tempo libero a disposizione, e facendo le file ai caselli autostradali il sabato e poi la domenica per tornare. Mare, vento e vele diventano immediatamente una passione folle. E la prospettiva di fuga è una conseguenza che diviene presto manifesta. Da qui la loro storia fa una virata decisiva.

Il libro è di difficile classificazione non fosse che per un particolare preciso che vedremo a breve. Intanto è un libro di avventura, poiché vi è raccontata la storia di una coppia che dal non sapere nulla della navigazione a vela decide addirittura di farne la propria vita e digalleggiare full timePoi è un libro di economia. Sì, di economia: perché vi sono elencate e spiegate le spese che questo tipo di vita comporta, calcolate al centesimo, voce per voce, per dimostrare "scontrini alla mano" di come loro riescano, peraltro senza particolari privazioni, a vivere realmente con 500 euro al mese.

Poi è naturalmente un libro di mare e di vela, e ci mancherebbe che non fosse così: pur non essendo particolarmente esperti, soprattutto al tempo delle loro prime mosse, il libro racconta fatalmente le loro navigazioni, e le difficoltà di una vita passata sopra una casa che galleggia. Pratica e logistica. Ma naturalmente, la gioia che dà.

E infine, anzi, soprattutto, è un libro di filosofia. Precisiamo, a scanso di equivoci: è un libro di autentica filosofia Ribelle. Giampaolo e Basak sono, per intenderci, profondamentefiniani. Ce ne siamo accorti ancora di più conoscendoli (Giampaolo ovviamente ha letto e legge Massimo Fini). L'interesse maggiore, soprattutto per i nostri lettori, è dunque proprio questo: il rifiuto da parte loro di continuare a prendere parte al Vizio Oscuro dell'Occidente. La loro contestazione dei fondamentali. Il loro No camusiano. Dunque la loro scelta, la pianificazione di ogni mossa necessaria per tagliare uno a uno i tentacoli della società nella quale vivevano prima e che li teneva imprigionati, e quindi il varo del loro progetto di nuova vita. 

Seguire nel libro il percorso che hanno messo in pratica, o più opportunamente, la loro "rotta", raccontata così bene non solo dal punto di vista pratico (rimozione e pulizia di tutto il precedente, la scelta della barca, la sua preparazione, le prime navigazioni...) ma proprio per quanto attiene l'aspetto emotivo, rappresenta non solo una lettura di vera e propria evasione per ognuno di noi, ma la testimonianza reale che una cosa del genere possa essere non solo sognata e progettata, ma realmente messa in pratica. E che per farlo non serve affatto una fortuna oppure vivere di rendite mostruose.

Per realizzare l'intervista abbiamo atteso il momento in cui avessero fatto uno scalo tecnico "a terra", e a Roma, per la precisione. Abbiamo preso contatti con loro diversi mesi addietro, quando ci hanno risposto da chissà quale rada in Turchia, dandoci appuntamento proprio a quando fossero tornati a Roma. Il periodo delle feste è stato propizio in tal senso, e abbiamo potuto finalmente incontrare di persona coloro che sino ad allora, almeno per quanto ci riguarda, erano solo i protagonisti (eroici, in diversi casi) del libro che avevano pubblicato. Cioè di una storia raccontata.

L'interesse di conoscerli di persona era insomma molto grande.  

Per quanto attiene al libro, alla loro esperienza e ai particolari che la hanno resa possibile e continuano a renderla tale, vi rimandiamo alla lettura del testo - vivamente consigliato a ognuno dei lettori di questo giornale, se li conosciamo almeno un poco... - mentre per l'intervista che segue è necessaria una piccola premessa.

L'intervista è stata realizzata attorno a un tavolo di un pub di Roma (il "nostro" Pub da sempre, ovvero il Four Green Fields), con quattro birre davanti e noccioline, poiché ho voluto fortemente che partecipasse anche il nostro "drunken sailor" di redazione, al secolo Ferdinando Menconi. Intervistare due marinai senza aver mai partecipato a un corso di vela (parlo ovviamente di me) sarebbe stato poco credibile. Dunque il dialogo che pubblichiamo fedelmente in audio ha modalità e toni differenti rispetto alla classica intervista domanda-risposta. Nell'audio si coglieranno facilmente le voci di Giampaolo e di sua moglie Basak (che parla un italiano perfetto) e quelle nostre. Abbiamo preferito non modificare nulla: ci sono le voci di sottofondo del pub, e ci sono le parole in libertà soprattutto loro con appena qualche palla alzata da parte nostra. Il risultato finale - ci pare - è molto più caldoe umano rispetto a una intervista di tipo tradizionale e certamente distaccata.

Giampaolo e Basak lo meritano, un trattamento del genere, perché i protagonisti di quella storia meravigliosa che è raccontata nel libro sono in carne e ossa, e sono la prova viventeche una Scelta (con la S rigorosamente maiuscola) non solo "Si può fare" ma è anche, questo il punto, alla portata di chiunque voglia sul serio mollare gli ormeggi.

Ultima cosa: al link in fondo al testo è disponibile l'intervista in formato audio e una ricca galleria fotografica, con delle immagini prese dal blog del libro e dalla pagina Facebook degli autori. Per entrare in contatto con loro, intanto, ecco gli indirizzi:

Blog

Facebook

Buon ascolto. E Buona lettura. 

Clicca qui per l'intervista e la galleria fotografica. 

Valerio Lo Monaco



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