Sono in viaggio al Sud, dove il mare odora profondamente di mare, in una terra dove se da un lato non c'è stata la speculazione turistica che pure le avrebbe permesso di decollare economicamente, dall'altro lato non mancano, praticamente ovunque, oscenità urbanistiche derivanti dal connubio tra incultura e povertà. È così la Puglia della costa, se guardi il mare da una parte sei in paradiso, se guardi dall'altra parte, verso terra, ti sembra di attraversare l'inferno.
Sì, Alberobello, Locorotondo, Martina Franca e Ostuni e tutto il resto. Dall'Adriatico allo Ionio e sino alla Taranto's Bay per poi risalire a settentrione. Ma il resto, oltre agli ulivi a milioni, è libero e deturpato. Quasi ogni abitazione, magari anche subito accanto a villini d'epoca meravigliosi, è invece considerabile come un ecomostro. Sembra che gli architetti e gli artisti abbiano emigrato del tutto dalla Puglia alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il resto, ciò che è venuto dopo, è bidonville di ordinaria sopravvivenza.
Devi andare alle masserie, ai monumenti nelle città, alle torri e alle scogliere deserte, alle grotte marine e a quelle terrestri, come Castellana, per trovare ciò che l'uomo non abbia ancora compromesso col cemento e con i blocchetti di tufo. Devi insomma cercare all'indietro. Che il resto meriterebbe di essere raso al suolo.
Sono partito senza tappe prefissate, ancora adesso che il turismo sudato è fermo nelle città. Quando gli altri si muoveranno per venire da queste parti, quando prenderanno d'assalto i brandelli di sabbia e il mare, io tornerò verso Nord.
Ma non divaghiamo. Sono partito appositamente senza libri al seguito - quasi un sacrilegio - fatta eccezione per un saggio di Fritjof Capra consigliatomi da un'amica: fisica moderna, teoria della relatività e meccanica quantistica per arrivare a una interpretazione spirituale dell'incedere dell'uomo nella vita, in ogni suo atto. Scritto in modo magistrale. E ci torneremo sopra a Settembre. Ma tappa dopo tappa, mano a mano che la temperatura è aumentata e i paesaggi urbani sono stati sostituiti dagli assolatissimi spazi aperti, ho sentito il bisogno di rileggere un libro straordinario nel quale mi ero immerso come in un bagno di sole e di mare alcuni anni addietro. E ovviamente non lo avevo con me.
Si tratta di Sud, di Marcello Veneziani: che come filosofo e saggista merita enormemente di più - da sempre - di come quando invece deve vergare editoriali che ancora adesso sono pubblicati su quotidiani di dubbia provenienza e proprietà. È un libro incredibilmente denso, Sud, per chi è del Sud, naturalmente, ma anche per chi ci ha viaggiato almeno una volta nella vita. Ed è una lettura che ho sentito il bisogno di fare nuovamente proprio mentre mi trovavo nel ventre di questa madre della storia.
Ne ho tre copie di questo libro, nel mio studio. Una acquistata da me immediatamente dopo l'uscita. Un'altra ricevuta dall'editore settimane dopo, e un'altra ancora acquistata da mio padre, che all'epoca non volle attendere la fine della mia lettura per leggerlo a sua volta contemporaneamente a me. Quest'ultima è poi finita nella mia libreria, un paio d'anni fa, come le alcune decine di migliaia di volumi che ho ereditato da lui...
Qui in Puglia ho resistito solo un giorno all'impulso di comperarlo immediatamente. Il tempo di sostare qualche ora sotto un ulivo ultracentenario e ascoltare le cicale a centinaia. Le cicale hanno una sorta di messa in moto. Il loro suono inconfondibile e ritmato ha una metrica precisa. Ed è preceduto da un paio di arcate più lente, di partenza insomma. Come per accordare lo strumento. Non iniziano a frinire prendendoti di sorpresa. Si annunciano. Si siedono in sala, accordano lo strumento e quindi iniziano il loro canto nella Controra. Le cicale della Puglia sono seconde solo a quelle della Provenza dell'entroterra. E non hanno bisogno di direttore d'orchestra.
Sto divagando ancora, in questo viaggio intrapreso proprio per divagare, e proprio adesso mentre da noi si disquisisce sul nulla di una legge elettorale che uno vuole in un modo, l'altro nel modo completamente opposto e però pensano di poter trovare un accordo... E soprattutto sto divagando - devo divagare - proprio perché la stagione che ci attende da settembre, la prossima, sarà veramente fondamentale. E faticosa da raccontare.
Comunque alla fine non ho resistito alle cicale e ho dovuto acquistarne ancora una copia, di quel libro. La quarta dunque. Ma ho dovuto attendere parecchi giorni. E non tanto perché il libro è uscito nel 2009 e dunque poteva essere difficilmente reperibile in libreria (ora è uscito anche "Ritorno al Sud", sempre di Veneziani, ma si tratta di un lavoro quasi del tutto nuovo), ma proprio perché è stato difficile trovarla fisicamente, una libreria. Figuriamoci una che avesse una copia di Sud (al Sud, peraltro...).
Ho cercato e chiesto ovunque mi sia fermato. E ho volutamente chiesto informazioni a giovani sotto ai vent'anni, incontrati per strada, per farmi indicare dove fosse la libreria del posto. Ho chiesto a Molfetta, a Giovinazzo, a Bari, ad Alberobello, a Otranto e a Santa Maria di Leuca. E quasi nessuno, credetemi, tra i ragazzi sotto ai venti anni cui chiedevo informazioni per strada e nelle piazze, ha saputo dirmi con esattezza la via nella propria città dove si trovava la libreria locale: "ci dovrebbe essere... una libreria... ma non mi ricordo dove...". I giovani non vanno più in libreria. E non sanno nemmeno della loro esistenza nel proprio luogo di residenza.
O forse sono diventato io un dinosauro da comunicazione orale, da logica e pensiero astratto, da lentezza e profumo di pagine stampate, e non me ne sono accorto. Io che vado in cerca di una libreria come fosse una fontanella d'acqua. Io che cerco un libro pubblicato addirittura cinque anni fa. E per comprarne la quarta copia vista l'assoluta impossibilità psichica, letteralmente, di aspettare di ritornare a casa per poterlo rileggere.
Alla fine non poteva essere che Lecce il posto in cui trovarlo. Lecce che è ancora culla di cultura e stile. Lecce proprio di fianco all'anfiteatro romano. Ovviamente...
E dunque finalmente Sud, viaggiando nel Sud.
Un lettore del giornale ci ha scritto, giorni addietro, sollecitandoci a riprendere una rubrica che ha avuto un certo successo negli anni passati, Usciti Ieri, proprio per offrire qualche spunto di (ri)lettura di libri rigorosamente pubblicati negli anni passati eppure, secondo noi, attualissimi. Io considero ogni lettore di questo giornale come un tesoro personale, e ogni lettore di libri (di libri veri) come un tesoro per la società intera.
Voi, ultimi esemplari viventi di Homo Sapiens (per dirla sempre alla Sartori, e in contrapposizione all'Homo Videns di oggi che non sa nemmeno dell'esistenza, di una libreria...) siete coloro che di meglio è possibile incontrare sulla propria strada. Coloro che è unicamente bello e vero incontrare, a dirla tutta.
Valerio Lo Monaco