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Tutti a Bevagna (siamo figli del Medioevo, eccome)

Esistono ancora i luoghi dell’anima. Ne ho trovato uno incredibile. Attuale, presente, ancora intatto in questa modernità terribile che viviamo e che tenta di cambiarlo eppure orgogliosamente radicato in un solco che ha radici antiche ma ancora vive, in grado di parlare, di raccontarsi e di raccontarci.

Siamo senza dubbio figli del medioevo, noi, della terra e delle pietre, del lavoro artigianale e di un linguaggio che porta ancora oggi segni indelebili di quel tempo.

Mi sono permesso di fare un sopralluogo per il prossimo incontro dei Ribelli, e forse anche per qualcosa di più che ci piacerebbe organizzare. Ho trovato il posto adatto, fidatevi, dove sarà possibile cementare ancora di più la nostra piccola comunità e dove potremmo indurre anche altri a entrare per farne parte.

Ma andiamo con ordine. 

La storia di Bevagna (nel cuore dell'Umbria, a un passo da Foligno) inizia lontanissimo nel tempo, di probabile origine etrusca e in ogni caso contemporanea a Roma. Trentamila persone la frequentavano allora (oggi gli abitanti non sono più di cinquemila), un porto fluviale, la via Flaminia nel cuore e un anfiteatro che poteva contenere diecimila spettatori. Una metropoli di allora. Un frammento di autentica realtà vivente oggi. E un manipolo di volenterosi che ancora oggi dà vita a una delle più importanti rivisitazioni storiche, rigorosissime dal punto di vista filologico, trovando motivazione nella sola volontà di continuare a celebrare la tradizione, senza altro scopo che non nella soddisfazione stessa di partecipare a un evento che abbia un senso profondo.

Ma possiamo anche andare ben oltre “il Mercato delle Gaite”, che è diventato fatalmente anche una attrazione turistica di spessore nell’ultima decade di giugno di ogni anno. Merita una visita, naturalmente: il Paese viene interamente trasformato rimuovendo ogni segno della nostra modernità per ritornare a essere, e a vivere, come si faceva nel medioevo. Spariscono asfalto, automobili, segnali stradali e luci elettriche. Spariscono i vestiti moderni e persino l’italiano attuale per tornare a parlare esattamente come allora, con il Volgare. E si aprono le botteghe artigiane per produrre con macchinari, metodi e materiali rigorosamente attinenti a ciò che avveniva tra il 1250 e il 1350. 

Si arriva in quelle zone provenendo dal ventunesimo secolo e una volta varcata una delle porte d’ingresso si piomba nel medioevo: una trasposizione reale che nessuna realtà virtuale, nessun film holliwoodiano e nessun videogame potranno mai rendere tanto vera.

E ci sono anche altre manifestazioni, tutte radicate nella storia, nel tempo e nel territorio. Basta il sito del Comune per rendersene conto.

Eppure per capire che Bevagna è un posto dell’anima ci si deve andare negli altri giorni, quando è possibile parlare con le persone, che hanno tempo e voglia di raccontare, quando è possibile camminare per le strade semideserte, che hanno pietre da solcare e spazi per respirare, quando è possibile visitare i suoi monumenti, che hanno storia da dimostrare e ore dilatate per meditare, quando è possibile passeggiare per i boschi intorno, dove la natura si rivela ancora oggi come allora, con i ritmi inalterati e gli odori veri dei muschi, degli animali selvatici. Quando è possibile insomma tornare a convincersi che malgrado tutto, malgrado proprio tutto, un altro modo di vivere è non solo possibile, ma è alla portata di chiunque abbia coraggio e voglia di cambiare sul serio.

Ho trovato anche il luogo per soggiornare, mi ci sono imbattuto quasi per caso. Si chiama (altro indizio di non poco conto…) “Il Giardino degli Elfi”. È perfetto per un ritiro Ribelle lontani da tutto il resto. Se Bevagna ha case nella pietra e taverne medioevali questo agriturismo a fortissimo carattere ecologico ci offre stanze serene e una sala riunioni immersa nel verde. A Bevagna c’è l’edificio termale del secondo secolo, “agli Elfi” una piscina per riunioni all’aperto. 

Vale la pena sul serio andare da quelle parti, la prossima volta che ci incontreremo così come abbiamo fatto altre volte altrove. E magari pensare a qualcosa di più grande, sempre da organizzare in quello scenario.

Ma vale la pena andarci anche da soli, con la famiglia o con gli amici più intimi, quando solo ci si sentirà un po’ stretti ovunque altrove.

Non mi dilungo oltre - per ora - che fare la guida turistica non è l’intento di questa segnalazione, e del resto per saperne di più su Bevagna basta cercare a questo indirizzo.  

Mi permetto un solo consiglio: da non perdere, assolutamente, una visita guidata - rigorosamente guidata da Filippo, chiedete di lui! - alla Casa Medievale, in via del Teatro Romano 11 (se fuori stagione, prendete un appuntamento mandando una email qui, o chiamando 0742/360229).

Così come, anche, se andate da quelle parti, contattate pure Fabiola o Giancarlo al Giardino degli Elfi (qui, o al tel. 0742/362014), e dite che vi mando io: loro sanno già che vorremmo organizzare lì il nostro prossimo incontro, e un sopralluogo intimo, voi e famiglia, merita davvero un viaggio, nel cuore dell’Umbria, della Storia, dell’Anima. 

Per il resto organizziamoci tutti insieme, quando la facciamo la prossima riunione?

Valerio Lo Monaco

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