Dall'editoriale del numero 81 de La Voce del Ribelle
Questo numero della rivista è particolarmente ambizioso. Come alcuni altri cui siete abituati da quasi dieci anni. Il motivo è presto detto e risiede nell’apertura stessa: proponiamo uno scenario e una chiave di lettura del tutto inediti e differenti da qualsiasi altro studio attualmente presente. Il tema è, in estrema sintesi, quella della post-globalizzazione. Ovvero di ciò che ci aspetta in seguito ai grandi riposizionamenti che i poteri forti stanno mettendo in atto in seguito alla verifica di due fattori.
Primo: la crisi economica e sistemica continua ad avvitarsi su se stessa, e non si vedono vie di uscita. Secondo: i popoli di molti Paesi iniziano sul serio a dare segni di vita, e di volontà di azione.
È chiaro che i grandi attori internazionali debbano prendere le misure a questa situazione. È chiaro che lo stiano facendo. E abbiamo cercato di chiarire anche come lo faranno. Dunque a cosa dovremo essere pronti e reagire.
L’argomento è affrontato su tre piani differenti. Uno generale e meta-politico, uno prettamente macro-economico, e uno meta-parlamentare, ovvero tutto interno alla politica del nostro Paese.
Occorre oggi focalizzarsi anche su un altro aspetto, tutto interno. Tutto solo apparentemente interno, ma in realtà legato a doppia maglia all’accelerazione storica che abbiamo tratteggiato negli articoli che sono presenti in questo numero.
Il punto è il seguente: in questo scenario di enormi cambiamenti, epocali per essere precisi, sia a livello macro-politico, cioè geopolitico, sia a livello macro-economico, ovvero di paradigma stesso del modello di prosecuzione della nostra civiltà, in che stato si trova il nostro Paese? Cioè: a livello politico, quali sono - se ci sono - le forze in grado di governare un passaggio storico di tal fatta?
Chiariamoci subito. Dobbiamo parlare del Movimento 5 Stelle. Per un motivo preciso: non vi sono altre forze politiche degne di essere prese in considerazione per una prospettiva di, vero o presunto, cambiamento. Posta la divisione netta, che a questo punto è inevitabile e non procrastinabile, tra chi è a favore di questo modello, e dunque a questa Europa e al mantenimento dell’Euro, e coloro che invece se non altro lasciano presagire una posizione differente, è solo nei confronti di questi ultimi che può essere utile concentrarsi. Sperando molto di non perdere tempo, come invece, sino a ora, appare. Di qua o di là del muro, insomma. E siccome di là ci sono tutti gli altri, di qua, al momento, appare esserci solo la Lega di Salvini, forse Fratelli d’Italia della Meloni, e sicuramente il M5S. Pur con delle ambiguità grosse così.
Degli altri non ci occupiamo. Sarebbe davvero del tutto inutile. In casa nostra non abbiamo una Marine Le Pen e un Front National che, per quanto e come la si pensi (davvero, non è rilevante ai fini del nostro discorso), incarnano però un esponente di peso, un partito largamente strutturato e diffuso e un pensiero politico se non altro chiaro. Basta citare le parole d’ordine lanciate in occasione della candidatura recente all’Eliseo. La Le Pen, senza indugi, ha dichiarato due cose ben precise: se vincerà le elezioni negozierà subito l’uscita della Francia dall’Unione europea e dalla Nato. La - cosiddetta - Frexit dovrà comunque essere confermata con un referendum, ma insomma, ci sono possibilità di fraintendimento su cosa voglia fare su almeno queste due questioni di un certo rilievo?
Ecco, giusto o sbagliato, accettabile o meno, quello di Marine Le Pen è un pensiero politico a tutto tondo. Con numeri e caratura potenzialmente adatti a una affermazione di massa.
Questo il punto: affermazione di massa. Ovvero (forse) possibilità di incidere a livello politico all’interno del quadro parlamentare. Se la via che si sceglie è questa - e non appare possibile, al momento, alcuna altra via visto che non ci sembra di rilevare alcuna possibilità autenticamente rivoluzionaria e al di fuori del giogo politico, almeno al momento - ebbene allora è il caso di concentrarci senza indugio su ciò che passa il convento in casa nostra. E questo qualcosa è solo e unicamente il MoVimento 5 Stelle. Purtroppo.
La Storia continua a essere aperta, per fortuna. L’importante è intanto capirla, e poi, naturalmente, agirla (dopo averla compresa).
Valerio Lo Monaco
Sommario
De-global Power: occorre capirlo, subito
All’imprenditor non far sapere
Scempiaggini 4.0: tassare i robot
500 euro all’anno di politica del nulla
Globali sì, però… L’egemonia senza le responsabilità
Eurasia first!
I nazionalismi solo di facciata. E il M5S?
Referendum 4 dicembre 2016: il potere del popolo
L’odore forte dell’underground
Meccanismi. Automatismi. Stupidismi
Storie di ordinaria amministrazione
On the road, ma sul serio*
Non capisco però intervengo*