Valerio Lo Monaco

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Più che ritiro, una fuga

Quasi dieci anni di conflitto, pretestuoso fin dal primo istante e fallimentare anche sul piano strettamente bellico. Nonostante l’enorme disparità di mezzi finanziari e tecnologici a favore degli Stati Uniti e dei loro alleati, la volontà incrollabile dei Talebani ha avuto la meglio. E adesso sarebbe doveroso un bilancio finale senza ulteriori ipocrisie

 

E insomma alla fine, come volevasi dimostrare, si inizia seriamente - seriamente? - a parlare di  disimpegno dall’Afghanistan.

Dopo le dichiarazioni di Barack Obama, secondo le quali diverse decine di migliaia di militari Usa lasceranno il Paese, anche molte altre nazioni europee e non si stanno accodando alla nuova dottrina a stelle e strisce. Perché di questo si tratta, di una nuova dottrina. Ora anche la Francia, per voce di Nicolas Sarkozy, ha annunciato che procederà al ritiro dei circa 4000 soldati impegnati in quel Paese con la stessa tabella di marcia statunitense. E la medesima cosa si appresta a fare il Regno Unito, forte di poco meno di 10.000 militari, anche se Cameron ha dichiarato che le cose verranno fatte «a seconda dell’andamento delle operazioni». Anche in Italia, pure se per mere motivazioni di beghe interne, il dibattito in merito ha preso un certo peso per mezzo delle parole di Bossi a Pontida, la scorsa Domenica…

(per Ribelle Quotidiano)